sabato 31 gennaio 2009
HSH@Network : (Hospital-School-Home)
Progetto
Il progetto valorizza in pieno il ruolo delle tecnologie e della comunicazione multimediale, per garantire, al massimo livello, il diritto allo studio dell'alunno in ospedale, in day hospital o in terapia domiciliare, nell'ottica di una presa in carico globale dell'alunno malato sia dal punto di vista sanitario che scolastico. Il servizio scolastico interviene per realizzare contestualmente due diritti costituzionali garantiti: quello della salute e quello dell'istruzione, secondo la tipologia dei degenti e la durata della malattia e per contrastare il fenomeno della dispersione scolastica. Assume anche una funzione inedita: diventa parte integrante del processo terapeutico e, quindi, estende la sua azione anche nell'ambito della formazione dei docenti sia sul versante delle Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione (TIC) che della relazione pedagogico-didattica.
Obiettivi
Creare, attraverso l'iMIUR - Area Sistemi Informativiego delle tecnologie più avanzate, un modello che consenta:
* il collegamento telematico degli studenti ospedalizzati o in situazione di terapia domiciliare con le classi di appartenenza per dare continuità al percorso didattico intrapreso;
* l'incremento della motivazione allo studio attraverso le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie;
* il miglioramento della qualità della vita degli alunni lungodegenti, in trattamento di day hospital o in terapia domiciliare, impegnandoli in attività didattiche che diventino parte integrante del processo terapeutico;
* la riduzione dell'isolamento nel lavoro scolastico con la creazione di gruppi classe telematici;
* lo scambio di dati on-line di materiali didattici condivisi;
* lo scambio di metodologie didattiche tra insegnanti ospedalieri e insegnanti territoriali;
(continua alla U.R.L. http://www.pubblica.istruzione.it/innovazione/progetti/hsh.shtml )
Pronti a valutare la sicurezza delle nostre scuole
Cittadinanzattiva su nuovo Piano per l'edilizia scolastica. Anche i cittadini comuni nei gruppi regionali di lavoro sulla sicurezza delle nostre scuole
"Scelta apprezzabile ma dove sono i risultati dell'Anagrafe della edilizia scolastica.?" È quanto afferma Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale Scuola di Cittadinanzattiva, in merito al nuovo Piano per l'edilizia scolastica presentato oggi dal Ministro Gelmini.
"Da oltre 3 anni attendevamo i risultati della Anagrafe, non vorremmo che fossero buttati alle ortiche così come ci piacerebbe che si tenesse conto dell'enorme patrimonio di dati e competenze sulla sicurezza delle scuole messo a disposizione dalle organizzazioni civiche: solo Cittadinanzattiva, in 7 anni di attività con la campagna Impararesicuri, ha monitorato oltre 1400 edifici scolastici di tutta Italia e addestrato oltre 2000 cittadini a valutare qualità, sicurezza e confort delle nostre scuole.
Vorremmo - conclude Bizzarri - che tutto questo patrimonio non andasse sprecato e che gli stessi cittadini potessero far parte dei gruppi regionali di lavoro di cui ha parlato oggi il Ministro Gelmini"
http://cittadinanzattivasuicolli.blogspot.com/2009/01/pronti-valutare-la-sicurezza-delle.html
venerdì 30 gennaio 2009
Olimpiadi delle Scienze Naturali 2009
Settima edizione delle Olimpiadi delle Scienze Naturali. L'iniziativa è rivolta a tutti gli indirizzi della scuola secondaria superiore. E' possibile aderire alle olimpiadi entro il 28 febbraio 2009
Per l'anno scolastico 2008/09 l'ANISN, Associazione Nazionale Insegnanti Scienze Naturali, organizza la settima edizione delle Olimpiadi delle Scienze Naturali. L'iniziativa, rivolta a tutti gli indirizzi della scuola secondaria superiore, è patrocinata dal MPI, Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici, e lo scorso anno ha visto la partecipazione più di 400 scuole superiori distribuite sull'intero territorio nazionale.
Le Olimpiadi delle Scienze Naturali perseguono i seguenti obiettivi:
fornire agli studenti un'opportunità per verificare le loro inclinazioni e attitudini per lo studio e la comprensione dei fenomeni e dei processi naturali;
(continua alla U.R.L. http://www.scuolaer.it//notizie/Concorsi/2009_7.aspx )
giovedì 29 gennaio 2009
mercoledì 28 gennaio 2009
martedì 27 gennaio 2009
Anche il Veneto predilige l’uso di “software libero”
Il Veneto, con una legge regionale datata "14 novembre 2008" (quindi vecchia di alcuni mesi), va ad aggiungersi all’elenco, delle regioni italiane che adotteranno in via esclusiva o preferenziale "software libero". Accanto ad un panorama mondiale in continuo fermento, che da più parti vede il sorgere di nuove realtà sempre più vicine alle valide alternative open (vedi: La Russia decide di sviluppare il proprio sistema GNU/Linux), il panorama italiano (almeno a livello formale) si sta dimostrando al passo con il resto del mondo. Sardergna, Lazio, Calabria e ora anche il Veneto. La legge prevede che la regione adegui le "strutture informatiche" e le "competenze professionali" entro tre anni dall’entrata in vigore della stessa (quindi entro il 2012).
Ma passiamo direttamente al testo di legge che, come in questo caso, grazie alla sua estrema linearità si presta ad una facile lettura.
Per comodità riporteremo solo gli articoli ed i commi che a noi interessano maggiormente, cercando di prestare le attenzioni necessarie a non snaturarne eccessivamente la ratio o falsarne la visione complessiva.
(continua alla U.R.L. http://www.crismonblog.org/news/anche-il-veneto-predilige-l%e2%80%99uso-di-software-libero.html )
lunedì 26 gennaio 2009
Unione europea e cittadinanza
La Commissione lancia un concorso destinato a tutti i giovani nell'Unione europea
"Unione europea e cittadinanza" è il titolo di un concorso bandito quest'oggi, 28 novembre 2008, da Jacques Barrot, vicepresidente della Commissione europea responsabile in materia di giustizia, libertà e sicurezza. Gli studenti delle scuole d'arte e di grafica che abbiano almeno 16 anni e siano cittadini dell'Unione europea o vi risiedano sono invitati a creare un fumetto di una sola pagina, senza parole, che illustri il concetto di partecipazione alla vita sociale nell'Unione europea. L'obiettivo del concorso è permettere a tutti questi giovani di esprimersi sulla propria esperienza di vita civica nell'Unione europea.
continua alla U.R.L (. http://ec.europa.eu/italia/attualita/primo_piano/giustizia_liberta/eucitinzenship_competition_it.htm )
Giornata Della Memoria 2009
La Bottega della Comunicazione e della Didattica dell'ITI RIGHI e VIII Napoli in occasione del “Viaggio delle scuole ad Auschwitz” a cura della Provincia di Napoli ha organizzato una Videoconferenza in diretta da Auschwitz – Birkenau il 27
gennaio 2009 dalle ore 10 alle 12, tra la delegazione ad Auschwitz ed alcuni studenti ed insegnanti delle diverse scuole coinvolte che interverranno dalla Bottega nell'ITI A. Righi e VIII.
Per uleriori informazioni e per seguire l’avvenimento in diretta collegarsi al sito
www.bottegacd.it
http://www.dschola.it/modules/news/article.php?storyid=31737
http://www.bottegacd.it/auschwitz-2009/index.html
gennaio 2009 dalle ore 10 alle 12, tra la delegazione ad Auschwitz ed alcuni studenti ed insegnanti delle diverse scuole coinvolte che interverranno dalla Bottega nell'ITI A. Righi e VIII.
Per uleriori informazioni e per seguire l’avvenimento in diretta collegarsi al sito
www.bottegacd.it
http://www.dschola.it/modules/news/article.php?storyid=31737
http://www.bottegacd.it/auschwitz-2009/index.html
domenica 25 gennaio 2009
sabato 24 gennaio 2009
La valutazione dei docenti
Non si può non valutare i valutatori. Finalmente è caduto un tabù. La valutazione dei docenti non è più un tema su cui è vietato discutere e intervenire nel mondo della scuola. Molti istituti sono d’accordo, anzi, al centro e al sud, i favorevoli sono direttamente la maggioranza, il 54%. All'interno una nostra inchiesta a cura di Calogero Virzì.
Ma cosa valutare con priorità? L’89% del campione nazionale chiede che venga valutata la competenza professionale. Si può conoscere la disciplina senza saperla insegnare. Un bravo studioso, un grande ricercatore, un luminare della scienza può non essere un bravo professore.
L’inchiesta fa emergere una seconda novità. L’orientamento degli istituti è cambiato anche sul ruolo degli studenti e delle loro famiglie nella valutazione della professionalità docente,
(continua alla U.R.L. http://www.tecnicadellascuola.it/index.php?id=24853&action=view
le tabelle dell’inchiesta alla U.R.L. http://www.tecnicadellascuola.it/allegati/documenti/Tabelle/tabelle_inchiesta_tds_25109.pdf )
mercoledì 21 gennaio 2009
Software didattico Open Source a scuola: abbiamo provato!
Note sulla sperimentazione di un CD Live contenente il software didattico Open Source
http://www.tdmagazine.itd.cnr.it/PDF32/didoni.pdf
martedì 20 gennaio 2009
SOFTWARE NELLA SCUOLA
Il termine generico "Software" si riferisce sia al software di base - il sistema operativo (ad esempio: Windows 2000, Unix, Linux) - sia al programma applicativo che realizza una funzione (o un insieme di funzioni) specifica: servizi di Networking, CAD, Office Automation, Simulatori, Gestione Amministrativa, programmi per la didattica di singole discipline. L'utilizzo del software è regolamentato dalla "licenza" associata ad esso. La licenza è di fatto un contratto che definisce le modalità di utilizzo del software.
Fra le responsabilità dei Dirigenti scolastici c'è anche una corretta gestione delle risorse software della scuola che deve garantire un loro utilizzo produttivo e, soprattutto, conforme alle leggi esistenti in materia.
È bene conoscere tutta l'offerta esistente. Per sfruttare al meglio le possibilità offerte dalle licenze software proprietario pensate per il mondo della scuola (licenze education) o valutare l'ipotesi di utilizzo di software libero e di software open source.
Si parla molto, ad esempio, del sistema operativo Linux.
Il software OpenSource è utilizzato in molti settori privati e pubblici e nella scuola.
Molte scuole usano o realizzano software open source.
(continua alla U.R.L. http://www.osservatoriotecnologico.it/software/default.htm )
Software libero
Legge regionale 14 novembre 2008, n. 19 (BUR n. 95/2008) [sommario] [RTF]
NORME IN MATERIA DI PLURALISMO INFORMATICO, DIFFUSIONE DEL RIUSO E ADOZIONE DI FORMATI PER DOCUMENTI DIGITALI APERTI E STANDARD NELLA SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONE DEL VENETO
Art. 1 - Finalità.
1. Al fine di favorire la partecipazione alla vita democratica e la fruibilità dei servizi pubblici da parte dei cittadini e delle imprese, l'abbattimento delle barriere tecnologiche che ostacolano la diffusione della conoscenza e l'innovazione tecnologica nonché il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica e in considerazione delle positive ricadute sulla concorrenza e la trasparenza del mercato, sullo sviluppo della ricerca scientifica e tecnologica, la Regione del Veneto:
a) promuove lo sviluppo locale della società dell'informazione e la realizzazione di un sistema regionale integrato e interoperabile, mediante la diffusione delle tecnologie per l'informazione e la comunicazione, secondo criteri di efficacia, efficienza, congruità e ottimizzazione dell'impiego delle risorse nel settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT);
b) sostiene il pluralismo informatico attraverso l'impiego e la diffusione di formati aperti;
c) predilige l’uso di software libero, nel rispetto del principio costituzionale di buon andamento e del principio di economicità dell’attività amministrativa, di cui all’articolo 1, comma 1, della legge 7 agosto 1990, n. 241 “Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi” e successive modificazioni ed integrazioni.
Art. 2 - Soggetti destinatari.
1. La presente legge si applica alle azioni e agli interventi della Regione del Veneto e degli enti pubblici e privati, comunque denominati, sui quali la medesima esercita poteri di indirizzo e controllo.
Art. 3 - Pluralismo informatico e formati aperti.
1. Al fine di garantire la più ampia libertà di accesso all'informazione pubblica attraverso il pluralismo informatico, la Regione del Veneto promuove e incentiva l'uso di formati digitali aperti e non proprietari, per la documentazione elettronica e per le basi di dati.
(continua alla U.R.L.
http://www.consiglioveneto.it/crvportal/leggi/2008/08lr0019.html?numLegge=19&annoLegge=2008&tipoLegge=Alr )
domenica 18 gennaio 2009
venerdì 16 gennaio 2009
Analisi comparativa dei D.L. in discussione presso la Commissione VII della Camera sugli OO.CC. della scuola
mercoledì 14 gennaio 2009
Docente esperto di rete per l'integrazione
05 gennaio 2009 - USR Veneto
Corso di “Alta Formazione” indirizzato a docenti impegnati nei CTI e negli Istituti Scolastici del Veneto nel settore dell’Integrazione degli alunni con disabilità Termine recapito domanda di ammissione 24 gennaio 2009 - *non* fa fede il timbro postale
http://www.regioni.orizzontescuola.it/article29.html
Corso di “Alta Formazione” indirizzato a docenti impegnati nei CTI e negli Istituti Scolastici del Veneto nel settore dell’Integrazione degli alunni con disabilità Termine recapito domanda di ammissione 24 gennaio 2009 - *non* fa fede il timbro postale
http://www.regioni.orizzontescuola.it/article29.html
Interventi straordinari edilizia scolastica
09 gennaio 2009 - red
Ammontano a 2 milioni di euro i fondi destinati all'edilizia scolastica del veneto, provenienti dal fondo nazionale di 20 milioni previsto nella finanziaria nazionale
Questi 2 milioni saranno assegnati alle province, attraverso richiesta e graduatoria su criteri ben definiti, per un massimo di 250mila euro
http://www.regioni.orizzontescuola.it/article54.html
Ammontano a 2 milioni di euro i fondi destinati all'edilizia scolastica del veneto, provenienti dal fondo nazionale di 20 milioni previsto nella finanziaria nazionale
Questi 2 milioni saranno assegnati alle province, attraverso richiesta e graduatoria su criteri ben definiti, per un massimo di 250mila euro
http://www.regioni.orizzontescuola.it/article54.html
martedì 13 gennaio 2009
Uso psicofarmaci nelle scuole per bambini ADHD
12 gennaio 2009 - red
Giorno 9 gennaio, l'USR Veneto ha emanato una nota concernente l'"uso psicofarmaci per bambini affetti da sindrome da deficit di attenzione e iperattività"
Nella nota si ribadisce che le scuole possono segnalare casi sospetti di ADHD e non formulare diagnosi
Inoltre la somministrazione di psicofarmaci "dovrà avvenire secondo le indicazioni contenute nell’atto di Raccomandazioni predisposto dal Ministero della P.I. d’intesa con il Ministero della Salute in data 25.11.2005"
http://www.regioni.orizzontescuola.it/modules.php?name=News&file=article&sid=87
Giorno 9 gennaio, l'USR Veneto ha emanato una nota concernente l'"uso psicofarmaci per bambini affetti da sindrome da deficit di attenzione e iperattività"
Nella nota si ribadisce che le scuole possono segnalare casi sospetti di ADHD e non formulare diagnosi
Inoltre la somministrazione di psicofarmaci "dovrà avvenire secondo le indicazioni contenute nell’atto di Raccomandazioni predisposto dal Ministero della P.I. d’intesa con il Ministero della Salute in data 25.11.2005"
http://www.regioni.orizzontescuola.it/modules.php?name=News&file=article&sid=87
domenica 11 gennaio 2009
Il Pellicorriere
Giornalino scolastico realizzato dagli alunni della sede centrale "S. Pellico" durante le ore di laboratorio pomeridiano.
Gli alunni sono stati guidati dalle insegnanti di classe prof.sse Casson C., Casson L., Naccari S., Moretto S. e coordinati dal responsabile del laboratorio prof. De Grandis.
(vedi U.R.L. http://www.smspellico.191.it/Il_Pellicorriere.html )
VOTO IN PAGELLA: L'INCOGNITA X
FORSE SLITTERA' DI UN ANNO IL VOTO IN PAGELLA ESPRESSO IN DECIMI. TUTTI IN ATTESA DEL REGOLAMENTO IN ARRIVO DAL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE. Da segnalare quest'articolo su Repubblica scuola che ce lo spiega molto bene.
(vedi U.R.L. http://genitorisilviopellico.myblog.it/archive/2009/01/11/voto-in-pagella-l-incognita-x.html )
(vedi U.R.L. http://genitorisilviopellico.myblog.it/archive/2009/01/11/voto-in-pagella-l-incognita-x.html )
Rete della Cultura Alimentare Europea Italia
Per le Università, i Centri di Formazione, le Aziende e per gli insegnanti che lavorano con i alunni dai 3 ai 18 anni, far parte della rete NEAC offre la possibilità di partecipare attivamente alle esperienze di ricerca ed innovazione nell’ambito della cultura alimentare, e fra l'altro avranno:
• L’opportunità di avere una conoscenza più approfondita sulle metodologie innovative ed essere in grado di avviare e sviluppare progetti di cultura alimentare.
• Uno spazio permanente per incontri, dibattiti, valutazioni, scambi di esperienze educative, non solo in modo virtuale, attraverso il sito Internet della rete, ma anche in modo fisico, partecipando ai diversi meeting internazionali che si terranno.
• Strumenti per scambiarsi idee, lavori, pratiche educative, ossia uno spazio virtuale dove figurino le migliori pratiche d’insegnamento.
• La possibilità di ricevere ed usare materiale didattico sui temi principali adattati alla specifica età degli alunni ed ai curricula delle scuole di ogni paese.
• Accesso alle informazioni riguardanti le istituzioni, i progetti ed il materiale didattico relativo alla cultura alimentare, che consentiranno di conoscere i progetti e le attività che vengono sviluppate nei vari paesi europei.
• Incontrare partner per avviare progetti nell'ambito delle azioni Comenius 1 e 2.
http://www.neac.eat-online.net/italia/home.htm
sabato 10 gennaio 2009
Concorso Innovadidattica
Agenzia Scuola - ex Indire Bando di concorso per progetti di innovazione didattica a sostegno dell’obbligo di istruzione (D.M. n. 139/07)
Dall’Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica (ANSAS - ex INDIRE) un invito, rivolto agli istituti scolastici di istruzione secondaria di secondo grado, a costituire reti di scuole del primo e secondo ciclo per la realizzazione di progetti di innovazione organizzativa e didattica.
Nel quadro delle misure nazionali previste nelle Linee Guida diffuse il 27 dicembre 2007 dal Ministro della Pubblica Istruzione, l’Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica (ANSAS ex INDIRE) pubblica il bando di concorso Innovadidattica, col quale invita gli istituti scolastici di istruzione secondaria di secondo grado, interessati a collegarsi in rete con altre scuole di primo e secondo grado, a realizzare progetti finalizzati a - come indicato nel bando di concorso:
"- promuovere la progettazione e sperimentazione di percorsi formativi per competenze;
- favorire la collegialità didattica e valutativa(...);
- diffondere la pratica della valutazione (…);
- sostenere la continuità tra le scuole del primo e del secondo ciclo;
- valutare la sostenibilità delle proposte didattiche da parte dello studente;
- sostenere la circolazione di strumenti e materiali didattici prodotti dalle scuole, che siano utili anche in altri contesti scolastici".
Per la realizzazione di ciascun progetto selezionato dalla Commissione, costituita da membri dell’Agenzia Scuola e da esperti designati dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, dell’INVALSI e dell’ISFOL, è previsto un finanziamento che si aggira mediamente sui 30.000 euro.
Il termine per la presentazione dei progetti è fissato al 16 febbraio 2009.
Per consultare i criteri e le modalità di partecipazione visita questa pagina, sul sito dell’Agenzia Scuola.
http://www.innovascuola.gov.it/opencms/opencms/innovascuola/07_news/content/Innovadidattica.html#Il%20concorso
Il libro di storia che si aggiorna sempre
Sergio Lepri, ex direttore dell'Ansa, rifiuta l'offerta di un editore e lancia in rete il saggio «1943»
«Il 1943 comincia di venerdì e qualcuno dice di aver visto nella notte, verso le due o le tre, il cielo oscuro attraversato da una striscia luminosa che si è persa all'orizzonte. Una stella cadente? Strano, in questa stagione». Che cosa ve ne pare? È l'elegante incipit per un bel libro sul 1943. E del resto non poteva essere altrimenti, visto l'autore, Sergio Lepri, storico direttore dell'Ansa, la nostra maggiore agenzia di informazione che ha guidato per trent'anni. Ma la sorpresa non è soltanto nella freschezza dello stile di un uomo che da quando è andato in pensione non ha mai smesso di inventarsi nuove sfide, quanto il fatto che Lepri, rifiutando l'offerta di un editore, abbia deciso di pubblicare il suo libro 1943 - Cronache di un anno su Internet. Se cliccate su www.sergiolepri.it comparirà sul vostro monitor un sito fatto con tutti i criteri, da cui apprenderete anche alcune notizie biografiche dell'autore (classe 1919), che alla tenera età di 89 anni ha deciso di stupire tutti con il suo progetto.
Intanto, il libro nasce dalla volontà di non dimenticare, di non disperdere quel patrimonio di testimonianze ancora vivo sull'anno forse più terribile della storia italiana. Ricordiamo soltanto alcuni fatti: la ritirata di Russia, l'avanzata degli Alleati in Africa, la riunione del Gran Consiglio del fascismo che il 25 luglio destituì il Duce, l'armistizio dell'8 settembre, la liberazione di Benito Mussolini al Gran Sasso e la nascita della Repubblica sociale, il sacrificio di Salvo D'Acquisto, la deportazione degli ebrei dal ghetto di Roma il 16 ottobre, l'inizio della Resistenza. Una densità di fatti che ha consigliato molti di circoscrivere la narrazione: chi come il giornalista del «Corriere della Sera» Paolo Monelli si limitò al perimetro della capitale, «Roma 1943», chi come la storica Elena Aga Rossi a una sola data, l'8 settembre.
I capitoli del libro di Lepri corrispondono ai giorni più significativi di quell'anno cruciale: circa un centinaio, anche se il racconto è pronto soltanto per una sessantina. Ecco la prima novità. Il 1943 di Sergio Lepri — è l'autore stesso a spiegarlo in una divertita prefazione — è un work in progress, un lavoro che si basa su un ampio nucleo preconfezionato dal giornalista che viene aggiornato continuamente, un cantiere aperto che non resta mai uguale a se stesso. Se Lepri giustamente impone le sue scelte di stile, l'organizzazione dei temi, i collaboratori che offrono contributi sono tantissimi, teoricamente tutti gli ultrasettantenni che hanno un ricordo significativo del 1943, ma anche gli studiosi e i più giovani che hanno qualcosa da dire.
Con l'avanzare del lavoro un libro quasi tradizionale è diventato un testo multimediale, con link a vari siti di documentazione o a video di interesse storico. La pagina del 28 dicembre contiene per esempio il link all'intervista su YouTube di Maria Cervi, figlia di Antenore, uno dei sette fratelli Cervi. Sembra che Sergio Lepri abbia scoperto le nuove virtù del libro nell'era di Internet: intanto, la possibilità di correggere continuamente gli errori e di dialogare con i propri lettori e collaboratori. E poi dar vita a un'opera che non conoscerà la polvere degli scaffali né le lame del macero. Un'opera destinata a fluttuare nel cyberspazio per sempre.
Dino Messina
21 dicembre 2008
http://www.corriere.it/cultura/08_dicembre_21/dino_messina_su_internet_libro_di_storia_che_si_aggiorna_sempre_3623d386-cf16-11dd-9e84-00144f02aabc.shtml
http://www.sergiolepri.it/libro.php
PIANO DELL'OFFERTA FORMATIVA
Che cosa è
Il Piano dell'offerta formativa è la carta d'identità della scuola: in esso vengono illustrate le linee distintive dell'istituto, l'ispirazione culturale-pedagogica che lo muove, la progettazione curricolare, extracurricolare, didattica ed organizzativa delle sue attività.
L'autonomia delle scuole si esprime nel POF attraverso la descrizione:
• delle discipline e delle attività liberamente scelte della quota di curricolo loro riservata
• delle possibilità di opzione offerte agli studenti e alle famiglie
• delle discipline e attività aggiuntive nella quota facoltativa del curricolo
• delle azioni di continuità, orientamento, sostegno e recupero corrispondenti alle esigenze degli alunni concretamente rilevate
• dell'articolazione modulare del monte ore annuale di ciascuna disciplina e attività
• dell'articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi
• delle modalità e dei criteri per la valutazione degli alunni e per il riconoscimento dei crediti
• dell'organizzazione adottata per la realizzazione degli obiettivi generali e specifici dell'azione didattica
• dei progetti di ricerca e sperimentazione.
(Continua la lettura alla ….)
http://www.pubblica.istruzione.it/argomenti/autonomia/pof/default.shtml
Alcuni Piani dell’offerta formativa delle scuole in Veneto
http://it.groups.yahoo.com/group/genitori-e-scuola-campania/links/VENETO__001210862087/
venerdì 9 gennaio 2009
Due opportunità di finanziamento per le superiori di I e II grado
Segnaliamo, dal sito dell'Ansas (Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell'Autonomia Scolastica, ex Indire), due opportunità di finanziamento per le istituzioni scolastiche secondarie superiori.
La prima riguarda la fornitura, per le scuole secondarie di I grado e gli istituti comprensivi, di dotazioni tecnologiche composte da Lavagna Interattiva Multimediale (LIM) con proiettore integrato, personal computer e un campione di contenuti didattici digitali, per i quali occorre però fare richiesta entro le ore 18,00 di lunedì 12 gennaio.
È bene partire da un'attenta lettura della pagina dedicata al progetto sul sito dell'ex Indire, per poi visionare il sito dedicato al progetto Scuola digitale - Lavagna.
All'interno del sito dedicato al progetto, sono illustrate le modalità di partecipazione e il formulario da compilare on line entro il termine indicato.
La seconda opportunità è costituita da un bando per l'assegnazione di 30.000 euro a progetto, e ha per destinatarie reti di scuole di istruzione secondaria di primo e secondo grado, aventi per capofila istituti scolastici di istruzione secondaria di secondo grado, con lo scopo di promuovere e attuare progetti di innovazione organizzativa e didattica.
Il progetto si chiama Innovadidattica e il bando è reperibile a partire dal sito dedicato.
In questo caso, la scadenza per la presentazione dei progetti è più lontana (il prossimo 16 febbraio), ma, considerato che le istituzioni candidate devono costituirsi in rete per partecipare, è bene che non perdano tempo.
I progetti selezionati, spiega il sito, devono rispondere agli obiettivi di:
• promuovere la progettazione e la sperimentazione dei percorsi formativi per competenze;
• favorire la collegialità didattica e valutativa centrata su un approccio per competenze;
• diffondere la pratica della valutazione, con particolare riferimento alle competenze considerate anche nell'impostazione delle prove relative all'indagine OCSE -PISA;
• sostenere la continuità tra le scuole del primo e del secondo ciclo;
• valutare la sostenibilità delle proposte didattiche da parte dello studente;
• sostenere la circolazione di strumenti e materiali didattici prodotti dalle scuole, che siano utili anche in altri contesti scolastici.
http://www.tuttoscuola.com/cgi-local/disp.cgi?ID=19111
Delude l’orientamento post-diploma: per il 70% delle matricole non è servito a niente di A.G.
I dati raccolti dal “Profilo dei diplomati 2008”, ricerca svolta da AlmaDiploma, l’associazione di scuole partner del Consorzio interuniversitario AlmaLaurea, su un campione di quasi dodicimila diplomati nel 2008 appartenenti a 114 istituti. Sette immatricolati su dieci bocciano le indicazioni universitarie e 47 su cento ritengono che non siano servite “per niente” nemmeno le iniziative svolte presso le scuole superiori.
C’è qualcosa che non va nell’organizzazione dell’orientamento svolto dalle Università e dalle scuole medie superiori per favorire l’accesso ad un corso di laurea (o ad un settore del mondo del lavoro) adatto alle caratteristiche dei singoli studenti diplomati: è il messaggio che arriva dal Profilo dei diplomati 2008”, una ricerca svolta da AlmaDiploma, l’associazione di scuole partner del Consorzio interuniversitario AlmaLaurea, su un campione di quasi dodicimila diplomati nel 2008 appartenenti a 114 istituti.
In base a quanto risulta dallo studio annuale, presentato per la sesta edizione in corrispondenza della fine dell’anno solare, sembrerebbe che i consigli sino ad oggi elargiti agli studenti, tramite Università, fiere, saloni e direttamente dalle scuole superiori, abbiano dato risultati a dir poco deludenti: basti pensare che un quinto degli studenti iscritti all’Università abbandona gli studi al primo anno, con differenze fra le aree disciplinari, che vanno dal 10% per l’area medica al 29% per quella geo-biologica. Indicativo anche il fatto che un altro 10% di studenti che alla fine del primo anno cambia indirizzo di studi.
Ancora più marcate le risposte fornite ai ricercatori del Consorzio universitario direttamente dagli studenti neo-diplomati intervistati: il 70% ritiene che le iniziative di orientamento svolte presso l’università non sono servite per niente nella scelta dei loro studi; quasi 60 immatricolati su cento dichiarano di fatto la totale inutilità di fiere, saloni ed incontri con docenti accademici. Per altri 21 questi appuntamenti, spesso canonici, sarebbero invece “quasi inutili”. Impietoso, per la metà del campione, anche il giudizio sull’orientamento svolto dagli istituti superiori: 47 immatricolati su cento ritengono che non siano servite “per niente” le iniziative svolte presso le scuole superiori, altri 31 su cento dichiarano che sono servite “poco”; secondo 45 immatricolati su cento i consigli degli insegnanti delle superiori non sono serviti “per niente”, secondo 33 sono serviti “poco”.
I consigli più preziosi sembrerebbe che invece arrivino dai “contatti” diretti: “al top per utilità – si legge nel rapporto finale di AlmaLaurea - troviamo i consigli di altri studenti universitari con il 34 per cento, seguiti dai consigli dei genitori con il 25 per cento e da quelli dei coetanei con il 22 per cento”. Alla luce di tutto questo il Consorzio universitario non nasconde che “di fronte all’università che li attende e del mondo del lavoro, la conoscenza evidenziata dai diplomati risulta davvero sommaria: solo il 2% degli studenti diciannovenni, appena diplomati, conoscono il mercato del lavoro e l’università”. Un’indicazione, quest’ultima, che vale più di tanti giudizi o interpretazioni su un ambito che andrebbe sin da subito rivisto e adeguato alle attuali esigenze accademiche e professionali.
29/12/2008
http://www.tecnicadellascuola.it/index.php?id=24755&action=view
giovedì 8 gennaio 2009
PATTI FORMATIVI LOCALI: BILANCIO DELLA SPERIMENTAZIONE E NUOVE FRONTIERE DI APPLICAZIONE di Micol Bertamino Valente
I Patti Formativi Locali sono stati oggetto di un’intensa sperimentazione da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nell’ambito di un’ampia azione di sistema finalizzata a:
• rafforzare il tessuto coesivo dei sistemi locali,
• migliorarne la competitività.
Tale azione ha inteso intervenire sulle politiche attive del lavoro e della formazione, sensibilizzando gli attori istituzionali e le parti sociali sulla necessità che le politiche di sviluppo del capitale umano non siano più viste come elemento residuale ed aggiuntivo rispetto alle dinamiche infrastrutturali e di competitività dei territori.
Il Progetto FOCUS “Azioni di sistema per integrare sul territorio le politiche del lavoro e della formazione” - questo il nome dell’azione di sistema ministeriale - è stato promosso con l’obiettivo di sostenere ed affiancare le Regioni dell’ex Obiettivo 1 e Molise nella promozione, sui territori e verso le parti sociali, dell’implementazione di una strategia di cooperazione negoziale fondata sui Patti Formativi.
Il Progetto è stato attuato lungo un arco temporale di quattro anni dal 2004 al 2008 da un raggruppamento di imprese composto da:
▪ RSO* (soggetto capofila)
▪ Sistemi Formativi Confindustria
▪ Istituto Guglielmo Tagliacarne
▪ Retecamere
▪ Politecnico di Milano.
FOCUS con il suo insieme di azioni integrate di analisi, ricerca, consulenza, assistenza e formazione ha voluto rappresentare la risposta concreta al fabbisogno di servizi di supporto tecnico-operativo e di accompagnamento degli attori regionali e locali nella promozione dei Patti Formativi Locali.
Il Patto Formativo Locale è una modalità innovativa e sperimentale per la gestione dei processi di formazione su territori dove insistono insiemi di soggetti impegnati a valorizzarne le potenzialità. Esso rappresenta al tempo stesso una politica, una strategia ed un progetto, in grado di dare continuità e valore alla logica dell’integrazione tra le politiche formative e le iniziative locali per lo sviluppo finalizzata a favorire la competitività dei sistemi produttivi locali nello scenario globale dell’economia.
Obiettivi dei Patti Formativi sono quindi:
▪ consentire l’integrazione tra le logiche di accrescimento della competitività e la formazione del capitale umano;
▪ collegare interventi formativi con iniziative territoriali e di programmazione negoziata, in modo da rafforzarne l’efficacia in termini di sviluppo locale e di occupazione;
▪ migliorare la qualità dell’offerta formativa, favorendo l’integrazione fra i diversi soggetti istituzionali dell’offerta (università, scuola superiore, centri formativi);
▪ perseguire l’integrazione fra i sistemi scolastico, formativo, della ricerca e del mondo del lavoro per la nascita di un sistema formativo integrato.
Nell’ambito del Progetto FOCUS, si è seguito un impianto metodologico della sperimentazione basato sulla preliminare progettazione del processo di sviluppo di un Patto Formativo e sulla sua successiva declinazione e contestualizzazione regionale.
L’approccio seguito si è pertanto fondato su un percorso che vede nell’ordine le fasi di:
◊ Analisi
◊ Individuazione della strategia
◊ Definizione del Piano delle Azioni
◊ Attuazione
◊ Monitoraggio
accompagnate poi dall’Animazione Territoriale per l’ascolto ed il coinvolgimento degli attori dello sviluppo locale e della filiera formativa.
L’applicazione di tale percorso in ciascuna delle Regioni destinatarie dell’intervento ha dato vita, proprio in funzione delle evidenti diversità di contesto, a modelli di PFL estremamente eterogenei tra loro.
Delle 7 Regioni destinatarie dell’intervento, non tutte hanno portato a compimento la sperimentazione dei PFL. Quelle che hanno accolto fino in fondo la sfida sono state:
• Campania, • Basilicata, • Sicilia, • Sardegna.
Regione Campania
La sperimentazione regionale più significativa tra quelle condotte nell’ambito del Progetto FOCUS è quella della Regione Campania, sia per risorse stanziate, che per numero di Patti finanziati.
A questi, poi, si aggiungono due Patti Formativi locali che derivano da un accordo concluso direttamente tra Regione e Ministero del Lavoro:
▪ “Un mare di lavoro” che riscopre l’economia del mare e, sostanzialmente, una serie di opportunità legate al turismo, alla croceristica e alle professioni legate all’imbarco a bordo;
▪ “Costruzioni del Sannio” che è orientato al settore edile nell’area beneventana.
La sperimentazione campana ha tenuto conto delle lezioni apprese dal passato, dove i Patti Territoriali prima ed i Progetti Integrati Territoriali poi, salvo poche eccezioni, si erano rivelati un sostanziale fallimento. Ed ha operato attraverso una sorta di “chiamata a progetto” lavorando su di un ampio insieme di attori chiamati a costruire interventi finalizzati partendo dalle reali esigenze del territorio.
Ai soggetti è stato chiesto di sviluppare partenariati liberi nell’ambito di regole stabilite; la loro progettualità è stata valutata in funzione di parametri legati a:
◊ potenziale d’impresa del Patto,
◊ opportunità occupazionali,
◊ rapporto tra formazione continua e formazione finalizzata all’inserimento occupazionale,
◊ capacità di stabilire relazioni e reti stabili sui territori di riferimento, anche attraverso lo sviluppo e la promozione di iniziative di inclusione sociale.
Questo tipo d’impostazione, ha consentito di arrivare alla presentazione di circa 34 proposte progettuali di Patto Formativo Locale, di cui 27 ritenute ammissibili e, di queste, 25 finanziabili. I Patti “di filiera” sono 14 ed Patti “territoriali” sono 11.
Complessivamente, le proposte valutate spiegavano circa 65 milioni di euro di finanziamento pubblico, con circa 11.650 persone messe in formazione e 3.683 promesse di occupazione.
Per favorire l’avanzamento e l’efficacia della spesa, infine, sono stati introdotti dei meccanismi di premialità in caso di buon utilizzo dei fondi.
Regione Basilicata
In Basilicata è stato adottato, invece, un modello di PFL d’iniziativa regionale riferito alla filiera culturale e turistica che ha visto coinvolti numerosi attori istituzionali (insieme alla Regione hanno sottoscritto il protocollo d’intesa le due Province di Potenza e Matera, tutti gli 8 PIT-Progetti Integrati Territoriali della Basilicata, Agenzie di Sviluppo, ANCI, UNCEM), della filiera formativa (Università, Istituto Regionale per la Ricerca Educativa), del partenariato socio economico (Associazioni datoriali e parti sociali), oltre che a soggetti molto attivi sul territorio nel campo della cultura e della promozione turistica (Federculture, Fondazione Zetema, APT).
Il partenariato lucano ha svolto un importante e faticoso lavoro di ricostruzione dei fabbisogni formativi collegati al tema della promozione e gestione della cultura e del turismo nella regione Basilicata, facendo emergere e sistematizzando peraltro una serie di altre iniziative regionali già avviate in questo ambito.
Il Patto Formativo si è occupato di due azioni in particolare: la formazione continua e quella per disoccupati. Le azioni sono state rafforzate attraverso attività di project work, study tour e di scouting di iniziative ed enti disponibili ad ospitare i destinatari delle azioni formative quale conclusione del processo di apprendimento avviato.
Il Patto Formativo della filiera culturale turistica della Basilicata ha visto un partenariato assolutamente attivo nella sua costruzione ed ha contribuito a diffondere l’idea e la cultura del lavorare insieme, tanto da portare la Regione ad adottare tale metodologia partecipata anche su altri tavoli tematici e settoriali di programmazione delle risorse comunitarie.
La sperimentazione del Patto Formativo in Basilicata è stata avviata alla fine della passata programmazione comunitaria e - potendo disporre di risorse residuali - ha visto l’impegno di 1,5 milioni di euro.
I risultati positivi hanno indotto la Regione a prevedere lo strumento del Patto Formativo anche per la nuova programmazione, introducendolo anche in altri settori e/o filiere strategiche a livello regionale.
Regione Siciliana
Il percorso sui Patti Formativi Locali è iniziato nel 2006 con l’attivazione della sperimentazione di 2 PFL nei settori:
• turismo nella Provincia di Palermo;
• marmi e materiali lapidei.
Il modello adottato dalla Regione Siciliana presenta maggiori analogie con quello lucano (PFL d’iniziativa regionale con individuazione di filiere e partenariati).
L’innesto del Patto Formativo sul settore dei marmi e materiali lapidei su un’iniziativa di progettazione integrata preesistente (il PIR-Progetto Integrato Regionale) ha sistematizzato e razionalizzato gli interventi già progettati e non ancora realizzati.
La sperimentazione dei Patti formativi siciliani è stata finanziata utilizzando le risorse a valere su quattro differenti misure del FSE 2000-2006 (2 milioni di euro per ciascun Patto finanziato):
▪ 3.11 “Sostegno al lavoro regolare e all’emersione delle attività non regolari”;
▪ 3.02 formazione per disoccupati mediante “Azioni d’integrazione dei curricula scolastici e di mobilità geografica assistita”;
▪ 3.9 “Formazione Continua” e “Formazione sul lavoro per i neo-assunti nella logica dell’immediatezza dell’intervento”;
▪ 3.10 azioni sostanzialmente rivolte alle imprese (ad esempio “Azioni di supporto agli Sportelli unici per le imprese”, “Sostegno a servizi di informazione e consulenza sulle opportunità di finanziamento di fonte comunitaria, nazionale e regionale a favore di amministrazioni locali”).
Il lavoro condotto all’interno dei due tavoli di partenariato ha consentito prima di tutto d’individuare i profili professionali rispondenti alle esigenze dei settori coinvolti, e successivamente di stabilire i criteri di selezione e valutazione dei progetti formativi, in modo da garantirne la coerenza con la strategia e gli obiettivi dei Patti stessi.
Tali interventi sono ad oggi in fase di attuazione ed i relativi impatti non sono quindi ancora stati monitorati, ma la Regione Siciliana ha comunque ritenuto utile inserire i Patti Formativi nella nuova programmazione con lo scopo di:
◊ realizzare iniziative innovative a supporto della formazione e della qualificazione del capitale umano;
◊ migliorare i servizi di orientamento degli individui nell’ambito del sistema di offerta formativa dell’istruzione;
◊ potenziare i percorsi di formazione superiore e post secondaria alternativi ai percorsi universitari, attraverso un percorso di condivisione e co-progettazione con i principali attori coinvolti.
Regione Sardegna
La Sardegna è l’unica Regione ad aver seguito il modello originariamente previsto dal Ministero, ovvero quello di innesto del PFL sui PIT come valorizzazione di territori e luoghi caratterizzati da specifiche vocazioni produttive.
In Sardegna, infatti, a differenza delle altre Regioni il Progetto FOCUS ha potuto seguire la fase di riprogettazione dei PIT voluta dalla precedente Autorità di gestione, andando quindi ad inserirsi in un percorso di programmazione negoziata già in atto e rafforzandone l’efficacia con l’inserimento dei PFL.
La Regione Sardegna, quindi, ha dato avvio alle seguenti sperimentazioni di Patti Formativi:
▪ Patto per il Sociale a valere sui due Progetti integrati “Patto per il sociale del distretto di Guspini” ed “Patto per il sociale del distretto di Sanluri” (provincia del Medio Campidano);
▪ “Patto per il turismo sostenibile e la valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale delle colline del Mandrolisai” (provincia di Nuoro);
▪ “Patto Formativo per lo sviluppo della nautica e della cantieristica” come progetto integrale a valenza regionale (insistente sull’area di Olbia/Costa Smeralda e sul territorio marino dell’Ogliastra).
Un’altra diversità fondamentale dell’approccio adottato in Sardegna è quello dell’individuazione delle risorse. Qui infatti, a differenza degli altri contesti regionali, non si è individuato un Patto Formativo in funzione della captazione di risorse specifiche, ma il partenariato è stato chiamato ad individuare i fabbisogni del territorio e, successivamente, a proporre alla Regione strumenti ed interventi specifici per quel territorio, per quel distretto, per quella filiera.
La nuova programmazione
A seguito delle sperimentazioni avviate, le Regioni - ad esclusione della Sardegna - hanno inserito lo strumento del Patto Formativo anche nella nuova programmazione, ma scegliendo Assi e modalità d’impiego dello strumento differenti.
• CAMPANIA Asse V Transnazionalità ed interregionalità - Promozione di partenariati, patti ed iniziative, attraverso la messa in rete dei principali stakeholders
• BASILICATA Asse I Adattabilità - Obiettivo specifico c) Sviluppare politiche e servizi per l’anticipazione e la gestione dei cambiamenti, promuovere la competitività e l’imprenditorialità
• SICILIA Asse IV Capitale Umano - Obiettivo specifico h2) Promuovere partenariati e Patti Formativi Locali per la realizzazione d’iniziative innovative a supporto della qualificazione del capitale umano. I PFL sono inoltre beneficiari di altri obiettivi specifici legati ai servizi di orientamento degli individui nel sistema dell’offerta formativa e dell’istruzione (I2.1) ed al potenziamento dei percorsi di formazione superiore e post secondaria alternativa ai percorsi universitari (I2.2)
Risultati del Progetto FOCUS
I principali risultati prodotti dal Progetto sono ravvisabili nella:
◊ sperimentazione, nell’ambito delle 7 Regioni interessate, di nuovi ed interessanti percorsi d’integrazione fra politiche dello sviluppo e della competitività da un lato e politiche formative ed attive del lavoro dall’altro;
◊ innovazione negli strumenti e nelle modalità di costruzione/definizione dei processi di allocazione delle risorse sul territorio/filiere e nella organizzazione di processi amministrativi del tutto nuovi in ambito regionale e locale, che si traduce in una diffusa attenzione nei Programmi regionali 2007-2013 rispetto allo strumento del Patto Formativo come modalità innovativa (che sposa qualità della spesa ed efficacia/efficienza dei meccanismi di allocazione delle risorse);
◊ cooperazione attraverso percorsi e processi partenariali nuovi, non più legati a passaggi rituali obbligati, ma come occasioni di arricchimento e di costruzione;
◊ elevazione delle competenze, conoscenze ed esperienze professionali possedute dagli attori regionali (istituzioni, partenariato, risorse professionali), che accrescono il valore del capitale relazionale dei sistemi locali.
Cosa migliorare
La messa a regime dello strumento del Patto Formativo nella nuova programmazione dovrà superare alcune importanti sfide, derivanti dalle lezioni apprese nelle precedenti sperimentazioni.
1. Semplificazione ed automazione dei dispositivi di attuazione degli interventi Le sperimentazioni poste in essere nella passata programmazione, infatti, hanno scontato alcuni importanti ritardi proprio nella fase di attuazione degli interventi progettati.
Il Patto Formativo è uno strumento innovativo di programmazione che va supportato da dispositivi di attuazione in grado di accelerare l’avanzamento della spesa, aumentare l’efficacia degli interventi e favorire il ritorno di informazioni sui risultati e sugli esiti degli interventi proposti.
La necessità di coinvolgimento di numerosi attori rende la fase di programmazione degli interventi mediamente più lunga, ma la fase di gestione ed attuazione degli interventi può e deve essere resa più semplice ed automatica.
2. Allargamento del perimetro d’integrazione tra le politiche oggetto del Patto Il PFL può contribuire all’integrazione non solo tra politiche del lavoro e della formazione, e tra queste e le politiche di sviluppo di un territorio, ma può e deve anche promuovere il coordinamento con le politiche di inclusione.
Inoltre, anche all’interno del perimetro delle politiche formative, nelle sperimentazioni condotte si è riusciti solo in minima parte a tenere aggregata l’intera filiera formativa - dalla scuola secondaria superiore, all’università, alle scuole di specializzazione - andando ad incidere prevalentemente sul target occupati e disoccupati. I Patti Formativi, invece, possono anche prevedere interventi d’inclusione sociale, di prevenzione della dispersione scolastica o ancora di riqualificazione dell’offerta formativa scolastica e dell’alta formazione in funzione delle esigenze espresse dal territorio.
3. Sviluppo massa critica e finanziaria Una delle criticità derivanti dall’attuazione delle politiche formative della passata programmazione è quella relativa alla frammentazione e dispersione delle risorse in iniziative prive di adeguata massa critica, sia in termini di target coinvolti che di risorse finanziarie spese.
I Patti Formativi hanno il pregio di creare aggregazioni significative tra interventi, generando economie di scopo e promuovendo l’integrazione anche tra risorse aventi fonti estremamente eterogenee. In questo senso, va modificato l’approccio alla programmazione, passando dall’identificazione degli interventi attuabili in funzione delle risorse disponibili, alla progettazione d’interventi adeguati al soddisfacimento delle esigenze, indipendentemente dalle risorse. Queste possono essere individuate in un momento successivo, aggregando fonti differenti (PON, PO, risorse proprie degli enti coinvolti) e responsabilità variegate (scuola, formazione, politiche sociali, lavoro, attività produttive).
La RSO*
La RSO è una società di consulenza, formazione e ricerca che realizza da oltre 30 anni, in partnership con i suoi clienti, progetti di innovazione organizzativa e gestionale che valorizzano le competenze e sviluppano le professionalità delle persone; svolge consulenza e trasferisce metodologie originali; progetta e realizza soluzioni innovative ed appropriate alla realtà specifica di ciascun cliente.
RSO è una struttura dinamica, articolata in un network internazionale che conta ormai oltre 200 professionisti ed è organizzata per business unit dedicate a specifici settori.
RSO progetta e realizza i propri progetti attraverso strutture professionali dedicate e sedi proprie (Milano, Verona, Bologna, Roma, Napoli, Palermo e Parigi). Fanno inoltre parte del Gruppo RSO le società Axteria, European Consulting, Icus France, Intes, Resolving Strategy Finance ed Ubiquity.
Nei confronti del cliente RSO propone una relazione di partnership finalizzata al trasferimento ed alla condivisione di metodi e di strumenti, alla crescita delle competenze interne, allo sviluppo di approcci e soluzioni originali, proponendo sempre una consulenza non sostitutiva.
RSO è partner professionale di molte amministrazioni pubbliche territoriali (tra cui Regione Campania, Regione Basilicata, Regione Sardegna, Provincia di Salerno, Provincia di Agrigento) e di molte strutture universitarie e dell’alta formazione (tra cui Università Federico II, Università di Palermo, Università di Cagliari, Università di Lecce, Città della Scienza, Stoà, Fondazione Genovesi, Tecnofor, Consorzio Universitario per la Provincia di Agrigento).
Sono attività tipiche dell’offerta di RSO tra le altre:
▪ assistenza in tema di politiche attive del lavoro, dell’istruzione, della formazione professionale e di politiche di genere;
▪ assistenza allo sviluppo di programmi operativi regionali, di progettazione integrata regionale, di patti formativi locali;
▪ ricerca empirica sul mercato del lavoro;
▪ progettazione di osservatori e repertori delle professioni;
▪ analisi e descrizione di figure e qualifiche professionali;
▪ analisi territoriali e settoriali dei fabbisogni professionali e formativi;
▪ definizione di modelli e strumenti relativi a standard formativi, formazione regolamentata, certificazione delle competenze;
▪ progettazione di modelli e modalità di attuazione dell’apprendistato;
▪ sviluppo organizzativo.
Micol Bertamino Valente Consulente Senior RSO spa, coordinamento Progetto FOCUS
http://www.autonomiascolastica.it/vis_dettaglio.php?primo_livello=menu&id_livello=1467
• rafforzare il tessuto coesivo dei sistemi locali,
• migliorarne la competitività.
Tale azione ha inteso intervenire sulle politiche attive del lavoro e della formazione, sensibilizzando gli attori istituzionali e le parti sociali sulla necessità che le politiche di sviluppo del capitale umano non siano più viste come elemento residuale ed aggiuntivo rispetto alle dinamiche infrastrutturali e di competitività dei territori.
Il Progetto FOCUS “Azioni di sistema per integrare sul territorio le politiche del lavoro e della formazione” - questo il nome dell’azione di sistema ministeriale - è stato promosso con l’obiettivo di sostenere ed affiancare le Regioni dell’ex Obiettivo 1 e Molise nella promozione, sui territori e verso le parti sociali, dell’implementazione di una strategia di cooperazione negoziale fondata sui Patti Formativi.
Il Progetto è stato attuato lungo un arco temporale di quattro anni dal 2004 al 2008 da un raggruppamento di imprese composto da:
▪ RSO* (soggetto capofila)
▪ Sistemi Formativi Confindustria
▪ Istituto Guglielmo Tagliacarne
▪ Retecamere
▪ Politecnico di Milano.
FOCUS con il suo insieme di azioni integrate di analisi, ricerca, consulenza, assistenza e formazione ha voluto rappresentare la risposta concreta al fabbisogno di servizi di supporto tecnico-operativo e di accompagnamento degli attori regionali e locali nella promozione dei Patti Formativi Locali.
Il Patto Formativo Locale è una modalità innovativa e sperimentale per la gestione dei processi di formazione su territori dove insistono insiemi di soggetti impegnati a valorizzarne le potenzialità. Esso rappresenta al tempo stesso una politica, una strategia ed un progetto, in grado di dare continuità e valore alla logica dell’integrazione tra le politiche formative e le iniziative locali per lo sviluppo finalizzata a favorire la competitività dei sistemi produttivi locali nello scenario globale dell’economia.
Obiettivi dei Patti Formativi sono quindi:
▪ consentire l’integrazione tra le logiche di accrescimento della competitività e la formazione del capitale umano;
▪ collegare interventi formativi con iniziative territoriali e di programmazione negoziata, in modo da rafforzarne l’efficacia in termini di sviluppo locale e di occupazione;
▪ migliorare la qualità dell’offerta formativa, favorendo l’integrazione fra i diversi soggetti istituzionali dell’offerta (università, scuola superiore, centri formativi);
▪ perseguire l’integrazione fra i sistemi scolastico, formativo, della ricerca e del mondo del lavoro per la nascita di un sistema formativo integrato.
Nell’ambito del Progetto FOCUS, si è seguito un impianto metodologico della sperimentazione basato sulla preliminare progettazione del processo di sviluppo di un Patto Formativo e sulla sua successiva declinazione e contestualizzazione regionale.
L’approccio seguito si è pertanto fondato su un percorso che vede nell’ordine le fasi di:
◊ Analisi
◊ Individuazione della strategia
◊ Definizione del Piano delle Azioni
◊ Attuazione
◊ Monitoraggio
accompagnate poi dall’Animazione Territoriale per l’ascolto ed il coinvolgimento degli attori dello sviluppo locale e della filiera formativa.
L’applicazione di tale percorso in ciascuna delle Regioni destinatarie dell’intervento ha dato vita, proprio in funzione delle evidenti diversità di contesto, a modelli di PFL estremamente eterogenei tra loro.
Delle 7 Regioni destinatarie dell’intervento, non tutte hanno portato a compimento la sperimentazione dei PFL. Quelle che hanno accolto fino in fondo la sfida sono state:
• Campania, • Basilicata, • Sicilia, • Sardegna.
Regione Campania
La sperimentazione regionale più significativa tra quelle condotte nell’ambito del Progetto FOCUS è quella della Regione Campania, sia per risorse stanziate, che per numero di Patti finanziati.
A questi, poi, si aggiungono due Patti Formativi locali che derivano da un accordo concluso direttamente tra Regione e Ministero del Lavoro:
▪ “Un mare di lavoro” che riscopre l’economia del mare e, sostanzialmente, una serie di opportunità legate al turismo, alla croceristica e alle professioni legate all’imbarco a bordo;
▪ “Costruzioni del Sannio” che è orientato al settore edile nell’area beneventana.
La sperimentazione campana ha tenuto conto delle lezioni apprese dal passato, dove i Patti Territoriali prima ed i Progetti Integrati Territoriali poi, salvo poche eccezioni, si erano rivelati un sostanziale fallimento. Ed ha operato attraverso una sorta di “chiamata a progetto” lavorando su di un ampio insieme di attori chiamati a costruire interventi finalizzati partendo dalle reali esigenze del territorio.
Ai soggetti è stato chiesto di sviluppare partenariati liberi nell’ambito di regole stabilite; la loro progettualità è stata valutata in funzione di parametri legati a:
◊ potenziale d’impresa del Patto,
◊ opportunità occupazionali,
◊ rapporto tra formazione continua e formazione finalizzata all’inserimento occupazionale,
◊ capacità di stabilire relazioni e reti stabili sui territori di riferimento, anche attraverso lo sviluppo e la promozione di iniziative di inclusione sociale.
Questo tipo d’impostazione, ha consentito di arrivare alla presentazione di circa 34 proposte progettuali di Patto Formativo Locale, di cui 27 ritenute ammissibili e, di queste, 25 finanziabili. I Patti “di filiera” sono 14 ed Patti “territoriali” sono 11.
Complessivamente, le proposte valutate spiegavano circa 65 milioni di euro di finanziamento pubblico, con circa 11.650 persone messe in formazione e 3.683 promesse di occupazione.
Per favorire l’avanzamento e l’efficacia della spesa, infine, sono stati introdotti dei meccanismi di premialità in caso di buon utilizzo dei fondi.
Regione Basilicata
In Basilicata è stato adottato, invece, un modello di PFL d’iniziativa regionale riferito alla filiera culturale e turistica che ha visto coinvolti numerosi attori istituzionali (insieme alla Regione hanno sottoscritto il protocollo d’intesa le due Province di Potenza e Matera, tutti gli 8 PIT-Progetti Integrati Territoriali della Basilicata, Agenzie di Sviluppo, ANCI, UNCEM), della filiera formativa (Università, Istituto Regionale per la Ricerca Educativa), del partenariato socio economico (Associazioni datoriali e parti sociali), oltre che a soggetti molto attivi sul territorio nel campo della cultura e della promozione turistica (Federculture, Fondazione Zetema, APT).
Il partenariato lucano ha svolto un importante e faticoso lavoro di ricostruzione dei fabbisogni formativi collegati al tema della promozione e gestione della cultura e del turismo nella regione Basilicata, facendo emergere e sistematizzando peraltro una serie di altre iniziative regionali già avviate in questo ambito.
Il Patto Formativo si è occupato di due azioni in particolare: la formazione continua e quella per disoccupati. Le azioni sono state rafforzate attraverso attività di project work, study tour e di scouting di iniziative ed enti disponibili ad ospitare i destinatari delle azioni formative quale conclusione del processo di apprendimento avviato.
Il Patto Formativo della filiera culturale turistica della Basilicata ha visto un partenariato assolutamente attivo nella sua costruzione ed ha contribuito a diffondere l’idea e la cultura del lavorare insieme, tanto da portare la Regione ad adottare tale metodologia partecipata anche su altri tavoli tematici e settoriali di programmazione delle risorse comunitarie.
La sperimentazione del Patto Formativo in Basilicata è stata avviata alla fine della passata programmazione comunitaria e - potendo disporre di risorse residuali - ha visto l’impegno di 1,5 milioni di euro.
I risultati positivi hanno indotto la Regione a prevedere lo strumento del Patto Formativo anche per la nuova programmazione, introducendolo anche in altri settori e/o filiere strategiche a livello regionale.
Regione Siciliana
Il percorso sui Patti Formativi Locali è iniziato nel 2006 con l’attivazione della sperimentazione di 2 PFL nei settori:
• turismo nella Provincia di Palermo;
• marmi e materiali lapidei.
Il modello adottato dalla Regione Siciliana presenta maggiori analogie con quello lucano (PFL d’iniziativa regionale con individuazione di filiere e partenariati).
L’innesto del Patto Formativo sul settore dei marmi e materiali lapidei su un’iniziativa di progettazione integrata preesistente (il PIR-Progetto Integrato Regionale) ha sistematizzato e razionalizzato gli interventi già progettati e non ancora realizzati.
La sperimentazione dei Patti formativi siciliani è stata finanziata utilizzando le risorse a valere su quattro differenti misure del FSE 2000-2006 (2 milioni di euro per ciascun Patto finanziato):
▪ 3.11 “Sostegno al lavoro regolare e all’emersione delle attività non regolari”;
▪ 3.02 formazione per disoccupati mediante “Azioni d’integrazione dei curricula scolastici e di mobilità geografica assistita”;
▪ 3.9 “Formazione Continua” e “Formazione sul lavoro per i neo-assunti nella logica dell’immediatezza dell’intervento”;
▪ 3.10 azioni sostanzialmente rivolte alle imprese (ad esempio “Azioni di supporto agli Sportelli unici per le imprese”, “Sostegno a servizi di informazione e consulenza sulle opportunità di finanziamento di fonte comunitaria, nazionale e regionale a favore di amministrazioni locali”).
Il lavoro condotto all’interno dei due tavoli di partenariato ha consentito prima di tutto d’individuare i profili professionali rispondenti alle esigenze dei settori coinvolti, e successivamente di stabilire i criteri di selezione e valutazione dei progetti formativi, in modo da garantirne la coerenza con la strategia e gli obiettivi dei Patti stessi.
Tali interventi sono ad oggi in fase di attuazione ed i relativi impatti non sono quindi ancora stati monitorati, ma la Regione Siciliana ha comunque ritenuto utile inserire i Patti Formativi nella nuova programmazione con lo scopo di:
◊ realizzare iniziative innovative a supporto della formazione e della qualificazione del capitale umano;
◊ migliorare i servizi di orientamento degli individui nell’ambito del sistema di offerta formativa dell’istruzione;
◊ potenziare i percorsi di formazione superiore e post secondaria alternativi ai percorsi universitari, attraverso un percorso di condivisione e co-progettazione con i principali attori coinvolti.
Regione Sardegna
La Sardegna è l’unica Regione ad aver seguito il modello originariamente previsto dal Ministero, ovvero quello di innesto del PFL sui PIT come valorizzazione di territori e luoghi caratterizzati da specifiche vocazioni produttive.
In Sardegna, infatti, a differenza delle altre Regioni il Progetto FOCUS ha potuto seguire la fase di riprogettazione dei PIT voluta dalla precedente Autorità di gestione, andando quindi ad inserirsi in un percorso di programmazione negoziata già in atto e rafforzandone l’efficacia con l’inserimento dei PFL.
La Regione Sardegna, quindi, ha dato avvio alle seguenti sperimentazioni di Patti Formativi:
▪ Patto per il Sociale a valere sui due Progetti integrati “Patto per il sociale del distretto di Guspini” ed “Patto per il sociale del distretto di Sanluri” (provincia del Medio Campidano);
▪ “Patto per il turismo sostenibile e la valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale delle colline del Mandrolisai” (provincia di Nuoro);
▪ “Patto Formativo per lo sviluppo della nautica e della cantieristica” come progetto integrale a valenza regionale (insistente sull’area di Olbia/Costa Smeralda e sul territorio marino dell’Ogliastra).
Un’altra diversità fondamentale dell’approccio adottato in Sardegna è quello dell’individuazione delle risorse. Qui infatti, a differenza degli altri contesti regionali, non si è individuato un Patto Formativo in funzione della captazione di risorse specifiche, ma il partenariato è stato chiamato ad individuare i fabbisogni del territorio e, successivamente, a proporre alla Regione strumenti ed interventi specifici per quel territorio, per quel distretto, per quella filiera.
La nuova programmazione
A seguito delle sperimentazioni avviate, le Regioni - ad esclusione della Sardegna - hanno inserito lo strumento del Patto Formativo anche nella nuova programmazione, ma scegliendo Assi e modalità d’impiego dello strumento differenti.
• CAMPANIA Asse V Transnazionalità ed interregionalità - Promozione di partenariati, patti ed iniziative, attraverso la messa in rete dei principali stakeholders
• BASILICATA Asse I Adattabilità - Obiettivo specifico c) Sviluppare politiche e servizi per l’anticipazione e la gestione dei cambiamenti, promuovere la competitività e l’imprenditorialità
• SICILIA Asse IV Capitale Umano - Obiettivo specifico h2) Promuovere partenariati e Patti Formativi Locali per la realizzazione d’iniziative innovative a supporto della qualificazione del capitale umano. I PFL sono inoltre beneficiari di altri obiettivi specifici legati ai servizi di orientamento degli individui nel sistema dell’offerta formativa e dell’istruzione (I2.1) ed al potenziamento dei percorsi di formazione superiore e post secondaria alternativa ai percorsi universitari (I2.2)
Risultati del Progetto FOCUS
I principali risultati prodotti dal Progetto sono ravvisabili nella:
◊ sperimentazione, nell’ambito delle 7 Regioni interessate, di nuovi ed interessanti percorsi d’integrazione fra politiche dello sviluppo e della competitività da un lato e politiche formative ed attive del lavoro dall’altro;
◊ innovazione negli strumenti e nelle modalità di costruzione/definizione dei processi di allocazione delle risorse sul territorio/filiere e nella organizzazione di processi amministrativi del tutto nuovi in ambito regionale e locale, che si traduce in una diffusa attenzione nei Programmi regionali 2007-2013 rispetto allo strumento del Patto Formativo come modalità innovativa (che sposa qualità della spesa ed efficacia/efficienza dei meccanismi di allocazione delle risorse);
◊ cooperazione attraverso percorsi e processi partenariali nuovi, non più legati a passaggi rituali obbligati, ma come occasioni di arricchimento e di costruzione;
◊ elevazione delle competenze, conoscenze ed esperienze professionali possedute dagli attori regionali (istituzioni, partenariato, risorse professionali), che accrescono il valore del capitale relazionale dei sistemi locali.
Cosa migliorare
La messa a regime dello strumento del Patto Formativo nella nuova programmazione dovrà superare alcune importanti sfide, derivanti dalle lezioni apprese nelle precedenti sperimentazioni.
1. Semplificazione ed automazione dei dispositivi di attuazione degli interventi Le sperimentazioni poste in essere nella passata programmazione, infatti, hanno scontato alcuni importanti ritardi proprio nella fase di attuazione degli interventi progettati.
Il Patto Formativo è uno strumento innovativo di programmazione che va supportato da dispositivi di attuazione in grado di accelerare l’avanzamento della spesa, aumentare l’efficacia degli interventi e favorire il ritorno di informazioni sui risultati e sugli esiti degli interventi proposti.
La necessità di coinvolgimento di numerosi attori rende la fase di programmazione degli interventi mediamente più lunga, ma la fase di gestione ed attuazione degli interventi può e deve essere resa più semplice ed automatica.
2. Allargamento del perimetro d’integrazione tra le politiche oggetto del Patto Il PFL può contribuire all’integrazione non solo tra politiche del lavoro e della formazione, e tra queste e le politiche di sviluppo di un territorio, ma può e deve anche promuovere il coordinamento con le politiche di inclusione.
Inoltre, anche all’interno del perimetro delle politiche formative, nelle sperimentazioni condotte si è riusciti solo in minima parte a tenere aggregata l’intera filiera formativa - dalla scuola secondaria superiore, all’università, alle scuole di specializzazione - andando ad incidere prevalentemente sul target occupati e disoccupati. I Patti Formativi, invece, possono anche prevedere interventi d’inclusione sociale, di prevenzione della dispersione scolastica o ancora di riqualificazione dell’offerta formativa scolastica e dell’alta formazione in funzione delle esigenze espresse dal territorio.
3. Sviluppo massa critica e finanziaria Una delle criticità derivanti dall’attuazione delle politiche formative della passata programmazione è quella relativa alla frammentazione e dispersione delle risorse in iniziative prive di adeguata massa critica, sia in termini di target coinvolti che di risorse finanziarie spese.
I Patti Formativi hanno il pregio di creare aggregazioni significative tra interventi, generando economie di scopo e promuovendo l’integrazione anche tra risorse aventi fonti estremamente eterogenee. In questo senso, va modificato l’approccio alla programmazione, passando dall’identificazione degli interventi attuabili in funzione delle risorse disponibili, alla progettazione d’interventi adeguati al soddisfacimento delle esigenze, indipendentemente dalle risorse. Queste possono essere individuate in un momento successivo, aggregando fonti differenti (PON, PO, risorse proprie degli enti coinvolti) e responsabilità variegate (scuola, formazione, politiche sociali, lavoro, attività produttive).
La RSO*
La RSO è una società di consulenza, formazione e ricerca che realizza da oltre 30 anni, in partnership con i suoi clienti, progetti di innovazione organizzativa e gestionale che valorizzano le competenze e sviluppano le professionalità delle persone; svolge consulenza e trasferisce metodologie originali; progetta e realizza soluzioni innovative ed appropriate alla realtà specifica di ciascun cliente.
RSO è una struttura dinamica, articolata in un network internazionale che conta ormai oltre 200 professionisti ed è organizzata per business unit dedicate a specifici settori.
RSO progetta e realizza i propri progetti attraverso strutture professionali dedicate e sedi proprie (Milano, Verona, Bologna, Roma, Napoli, Palermo e Parigi). Fanno inoltre parte del Gruppo RSO le società Axteria, European Consulting, Icus France, Intes, Resolving Strategy Finance ed Ubiquity.
Nei confronti del cliente RSO propone una relazione di partnership finalizzata al trasferimento ed alla condivisione di metodi e di strumenti, alla crescita delle competenze interne, allo sviluppo di approcci e soluzioni originali, proponendo sempre una consulenza non sostitutiva.
RSO è partner professionale di molte amministrazioni pubbliche territoriali (tra cui Regione Campania, Regione Basilicata, Regione Sardegna, Provincia di Salerno, Provincia di Agrigento) e di molte strutture universitarie e dell’alta formazione (tra cui Università Federico II, Università di Palermo, Università di Cagliari, Università di Lecce, Città della Scienza, Stoà, Fondazione Genovesi, Tecnofor, Consorzio Universitario per la Provincia di Agrigento).
Sono attività tipiche dell’offerta di RSO tra le altre:
▪ assistenza in tema di politiche attive del lavoro, dell’istruzione, della formazione professionale e di politiche di genere;
▪ assistenza allo sviluppo di programmi operativi regionali, di progettazione integrata regionale, di patti formativi locali;
▪ ricerca empirica sul mercato del lavoro;
▪ progettazione di osservatori e repertori delle professioni;
▪ analisi e descrizione di figure e qualifiche professionali;
▪ analisi territoriali e settoriali dei fabbisogni professionali e formativi;
▪ definizione di modelli e strumenti relativi a standard formativi, formazione regolamentata, certificazione delle competenze;
▪ progettazione di modelli e modalità di attuazione dell’apprendistato;
▪ sviluppo organizzativo.
Micol Bertamino Valente Consulente Senior RSO spa, coordinamento Progetto FOCUS
http://www.autonomiascolastica.it/vis_dettaglio.php?primo_livello=menu&id_livello=1467
Educazione alimentare a scuola: si può fare di A.G.
Educazione alimentare a scuola: si può fare di A.G.
Favorevole verso la nuova materia scolastica anche il sottosegretario al Ministero della Salute Francesca Martini: è indispensabile che i giovani adottino una sana alimentazione mirata al mantenimento di un peso corretto attraverso l'eliminazione di eccessivi carboidrati e l'inserimento di maggiori quantità di frutta e verdura. Del resto i dati su obesità e sovrappeso in Italia si confermano allarmanti: ne è coinvolto un bambino su tre. Si fanno così largo iniziative salutiste, come il progetto 'Frutta Snack', accreditato dalla Commissione Europea come 'best practice'.
Continuano a giungere dagli esponenti del Governo segnali di apertura per l’inclusione dell’educazione alimentare tra le materie di studio scolastico. Ad esprimersi in questa direzione è stato stavolta il sottosegretario al Ministero della Salute Francesca Martini: "l'educazione alimentare – ha detto Martini - dovrebbe diventare materia scolastica per incidere sullo stile di vita alimentare di bambini e adolescenti che una sana alimentazione deve essere mirata al mantenimento di un peso corretto attraverso l'eliminazione di eccessivi carboidrati e l'inserimento di maggiori quantità di frutta e verdura". Per il sottosegretario la scelta di far diventare materia di studio l’effetto che hanno gli alimenti sulla salute non è più una scelta didattica, ma una necessità impellente. A supportare la tesi di Martini sono "i dati allarmanti su obesità e sovrappeso in Italia". Le stime ufficiali dicono che l’Italia detiene il non invidiabile primato dei bimbi più ‘cicciotti’ d’Europa: una recente indagine - condotta nelle scuole italiane dal Ministero del lavoro, salute e politiche sociali e coordinata dall'Istituto superiore di sanità, in collaborazione con il Miur e con l'Istituto nazionale di ricerca e nutrizione – ha fatto emergere che oltre il 35 per cento dei bambini frequentanti la terza elementare (quindi tra otto e nove anni) risultano in sovrappeso. E i motivi andrebbero soprattutto ricondotti alle cattive abitudini o la mancanza di sensibilizzazione adottata nell’ambiente casalingo e sociale: non a caso, in certe zone d’Italia, come la Campania, i dati diventano a dir poco allarmanti con un bimbo su due addirittura over-size.
E la scuola di fronte a questa situazione non può certo rimanere a guardare. Secondo il sottosegretario Martini non possono essere che apprezzate tutte le iniziative che incentivano a combattere gli stili alimentari errati. Come il progetto pilota 'Frutta Snack', che propone frutta e verdura in confezione monodose disponibile nelle scuole attraverso distributori automatici, apprezzato ed accreditato dalla Commissione Europea
come 'best practice': a Bruxelles, nel corso della presentazione del programma europeo 'School Fruit Schemes', Frutta Snack è stato infatti presentato come un’iniziativa in grado di contribuire all'elaborazione di un percorso tipo a supporto dei Paesi membri che entro il 2009 avvii programmi di sviluppo dei consumi di frutta e verdura.
08/01/2009
http://www.tecnicadellascuola.it/index.php?id=24779&action=view
Favorevole verso la nuova materia scolastica anche il sottosegretario al Ministero della Salute Francesca Martini: è indispensabile che i giovani adottino una sana alimentazione mirata al mantenimento di un peso corretto attraverso l'eliminazione di eccessivi carboidrati e l'inserimento di maggiori quantità di frutta e verdura. Del resto i dati su obesità e sovrappeso in Italia si confermano allarmanti: ne è coinvolto un bambino su tre. Si fanno così largo iniziative salutiste, come il progetto 'Frutta Snack', accreditato dalla Commissione Europea come 'best practice'.
Continuano a giungere dagli esponenti del Governo segnali di apertura per l’inclusione dell’educazione alimentare tra le materie di studio scolastico. Ad esprimersi in questa direzione è stato stavolta il sottosegretario al Ministero della Salute Francesca Martini: "l'educazione alimentare – ha detto Martini - dovrebbe diventare materia scolastica per incidere sullo stile di vita alimentare di bambini e adolescenti che una sana alimentazione deve essere mirata al mantenimento di un peso corretto attraverso l'eliminazione di eccessivi carboidrati e l'inserimento di maggiori quantità di frutta e verdura". Per il sottosegretario la scelta di far diventare materia di studio l’effetto che hanno gli alimenti sulla salute non è più una scelta didattica, ma una necessità impellente. A supportare la tesi di Martini sono "i dati allarmanti su obesità e sovrappeso in Italia". Le stime ufficiali dicono che l’Italia detiene il non invidiabile primato dei bimbi più ‘cicciotti’ d’Europa: una recente indagine - condotta nelle scuole italiane dal Ministero del lavoro, salute e politiche sociali e coordinata dall'Istituto superiore di sanità, in collaborazione con il Miur e con l'Istituto nazionale di ricerca e nutrizione – ha fatto emergere che oltre il 35 per cento dei bambini frequentanti la terza elementare (quindi tra otto e nove anni) risultano in sovrappeso. E i motivi andrebbero soprattutto ricondotti alle cattive abitudini o la mancanza di sensibilizzazione adottata nell’ambiente casalingo e sociale: non a caso, in certe zone d’Italia, come la Campania, i dati diventano a dir poco allarmanti con un bimbo su due addirittura over-size.
E la scuola di fronte a questa situazione non può certo rimanere a guardare. Secondo il sottosegretario Martini non possono essere che apprezzate tutte le iniziative che incentivano a combattere gli stili alimentari errati. Come il progetto pilota 'Frutta Snack', che propone frutta e verdura in confezione monodose disponibile nelle scuole attraverso distributori automatici, apprezzato ed accreditato dalla Commissione Europea
come 'best practice': a Bruxelles, nel corso della presentazione del programma europeo 'School Fruit Schemes', Frutta Snack è stato infatti presentato come un’iniziativa in grado di contribuire all'elaborazione di un percorso tipo a supporto dei Paesi membri che entro il 2009 avvii programmi di sviluppo dei consumi di frutta e verdura.
08/01/2009
http://www.tecnicadellascuola.it/index.php?id=24779&action=view
Idee per il P.O.F. : la cooperativa studentesca di servizio didattico dell'Istituto Tecnico Commerciale De Sterlich di Chieti Scalo.
IL PROGETTO: "COOPERATIVA STUDENTESCA DI SERVIZIO DIDATTICO" è
del P.O.F. dell' ISTITUTO TECNICO COMMERCIALE ROMUALDO DE STERLICH CHIETI SCALO"
"La cooperativa si configura come uno strumento innovativo che
permette agli alunni di gestire in forma autonoma il momento
dell'apprendimento basandosi sullo spirito di cooperazione fra
studenti che si distinguono per il maggiore successo scolastico e
studenti che necessitano interventi di sostegno.
Le attività si svolgono nei periodi definiti dal Collegio docenti;
l'ambito di intervento è limitato ad alcune materie scelte dal
Collegio dei Docenti nell'ambito delle discipline di base o
professionalizzanti con verifiche scritte.
Oltre gli studenti "docentini –tutor" scelti fra gli alunni che si
distinguono nel profitto, sono presenti i docenti Tutor con funzioni
di controllo e assistenza " su domanda" delle attività didattiche che
vengono svolte. http://web.archive.org/web/20050514013335/ http://www.desterlich.ch.it/u/harvey/melideo/espof02.doc
del P.O.F. dell' ISTITUTO TECNICO COMMERCIALE ROMUALDO DE STERLICH CHIETI SCALO"
"La cooperativa si configura come uno strumento innovativo che
permette agli alunni di gestire in forma autonoma il momento
dell'apprendimento basandosi sullo spirito di cooperazione fra
studenti che si distinguono per il maggiore successo scolastico e
studenti che necessitano interventi di sostegno.
Le attività si svolgono nei periodi definiti dal Collegio docenti;
l'ambito di intervento è limitato ad alcune materie scelte dal
Collegio dei Docenti nell'ambito delle discipline di base o
professionalizzanti con verifiche scritte.
Oltre gli studenti "docentini –tutor" scelti fra gli alunni che si
distinguono nel profitto, sono presenti i docenti Tutor con funzioni
di controllo e assistenza " su domanda" delle attività didattiche che
vengono svolte. http://web.archive.org/web/20050514013335/ http://www.desterlich.ch.it/u/harvey/melideo/espof02.doc
I giovani e le scienze 2009.
Il concorso dell'Unione europea per giovani scienziati
Premessa
I giovani e le scienze, iniziativa organizzata dalla Fast, è la selezione italiana autorizzata dalla Commissione europea per poter partecipare al concorso European Union Contest for Young Scientists.
Il concorso dell'Unione europea per giovani scienziati (European Union Contest for Young Scientists), voluto da Commissione, Consiglio e Parlamento europei, intende promuovere la cooperazione e di interscambio tra gli studenti. E' la vetrina annuale delle migliori scoperte scientifiche da parte di ragazze e ragazzi che hanno così l'opportunità di confrontarsi con colleghi con simili interessi ed attitudini. Attraverso la manifestazione, la Commissione cerca di valorizzare gli sforzi fatti in tutti i paesi che partecipano alla gara, ed invogliare i giovani ad intraprendere le carriere scientifiche. L'iniziativa è parte del programma Scienza e società, gestito dalla Direzione generale Ricerca della Commissione europea e orientato a costruire un rapporto più armonioso tra sforzo scientifico e società in generale.
Chi può partecipare al concorso?
Solo i giovani che vengono selezionati dalle rispettive giurie nazionali. In ogni paese il National organizer è responsabile della scelta dei progetti e dei partecipanti alla finale comunitaria. I lavori possono essere elaborati sia da singoli che da gruppi di non più di 3 ragazzi.
I premi
Gli studenti, giudicati in base al lavoro scritto,all'allestimento dello stand e tramite interviste con la giuria, concorrono per 9 riconoscimenti principali: 3 primi premi da 5000 euro ciascuno, 3 secondi da 3000 euro e 3 terzi da 1500 euro. Ci sono altre rilevanti opportunità, quali soggiorni studio o inviti ad iniziative di qualità come la cerimonia per il conferimento dei premi Nobel a Stoccolma.
Qual è la ricetta per un progetto vincente?
Eccola. "Scegli un argomento che ti interessa (l'idea deve essere originale, naturalmente); aggiungi un po' di curiosità e conoscenza tecnica; un tocco di perseveranza e caparbietà; qualche consiglio da parte di esperti; un pizzico di ingenuità, critica ed entusiasmo; spirito intraprendente in abbondanza; ma l'ingrediente principale è la parte migliore della tua immaginazione". Contribuirai al progresso scientifico e tecnologico, e ti darà anche personale gratificazione. Ci sarà pure rischio di insuccesso, ma le difficoltà verranno presto superate, se ti domanderai quali sono state le cause.
Quindi, qual è un progetto vincente? Essere scelti dalla giuria non è il fatto più rilevante. La cosa più importante arriva alla fine della giornata: quel personale senso di orgoglio nell'aver superato difficoltà enormi nello sviluppare un'idea originale e aver dato il massimo per migliorare te stesso e la tua conoscenza, e per aver contribuito al bene della comunità.
La selezione italiana per il concorso dell'Unione europea
Destinatari
Il concorso è riservato agli studenti italiani, in gruppi di non più di tre persone o singoli, con più di 14 anni il 1° settembre e meno di 21 anni al 30 settembre nell'anno di svolgimento, che frequentano le scuole medie superiori o il primo anno di università. È necessaria la conoscenza dell’inglese. I vincitori delle precedenti edizioni non possono partecipare all’iniziativa.
Giuria
La giuria italiana è composta da un Presidente e da sette commissari appartenenti alle associazioni tecniche, all'Università o al mondo dell'industria; essi rappresentano le diverse discipline della manifestazione.
I Premi
I riconoscimenti che si possono ottenere partecipando con un progetto al concorso "I giovani e le scienze" sono molti, stimolanti e orientati agli interessi degli studenti. Di seguito vengono elencate le principali opportunità previste dalle ultime edizioni. I costi di viaggio e soggiorno sono sostenuti da Fast. Si consiglia comunque di controllare sempre il bando, che è lo strumento che riporta gli eventuali aggiornamenti che possono essere apportati in seguito.
Elenco premi: (clicca sui titoli)
1. Partecipazione a "I giovani e le scienze"
2. Partecipazione al "Concorso dell'Unione europea per giovani scienziati" (European Union Contest for Young Scientists)
3. Settimana internazionale scienza natura. Zurigo e Alpi svizzere, luglio
4. Forum internazionale giovanile della scienza di Londra (London International Youth Science Forum). Londra, luglio-agosto
5. Premio internazionale Giovani e acqua di Stoccolma (Stockholm Junior Water Prize). Stoccolma, agosto
6. Fiera internazionale della scienza e dell’ingegneria. Stati Uniti, maggio
7. Visita ad uno stabilimento farmaceutico di Sanofi-Aventis
8. Partecipazione all’evento annuale, europeo o internazionale, di Milset
9. Premio CusMi Bio: una settimana da ricercatore
10. Attestati di merito di accademie ed associazioni scientifiche nazionali ed internazionali
11. Il premio per gli insegnanti
1. Partecipazione a "I giovani e le scienze"
www.fast.mi.it
Tra tutti i lavori inviati alla Fast nel rispetto delle regole del concorso, la giuria sceglie, sulla base del solo documento cartaceo, i 20 progetti finalisti. I vari autori sono invitati a Milano per 3 giorni da domenica a martedì; generalmente in aprile.
Gli studenti devono allestire con poster, foto e audiovisivi i propri stand preassegnati che hanno le seguenti dimensioni: tavolo di appoggio di cm. 97x200, pareti con base di cm. 97-200-97 e altezza cm. 170.
Dalle 15,30 della domenica iniziano le interviste della giuria; sono possibili supplementi di valutazione anche lunedì mattina.
La rassegna può essere visitata da scuole e pubblico per tutta la giornata del lunedì e la mattinata del martedì.
Martedì viene organizzata la conferenza stampa per i soli giornalisti. Dalle 11 alle 12,30 si svolge la cerimonia di premiazione.
Nel pomeriggio i giovani recuperano il proprio materiale esposto negli stand e fanno ritorno a casa.
Solo tra i progetti finalisti di Milano vengono selezionati i vincitori del concorso I giovani e le scienze e quanti rappresenteranno l'Italia agli altri importanti appuntamenti internazionali.
2. Partecipazione al "Concorso dell'Unione europea per giovani scienziati" (European Union Contest for Young Scientists)
www.europa.eu.int./comm/research/youngscientists
E' il più importante evento europeo riservato agli studenti dai 14 ai 20 anni compiuti. E' voluto da tutte le istituzioni europee: Commissione, Consiglio e Parlamento ed ha l'approvazione degli stati dell'Unione, coinvolgendo anche altri paesi.
Si svolge annualmente a fine settembre in una città europea a rotazione. E' stato ospitato in Italia, a Milano, nel 1997 in occasione del centenario della Fast.
La finale europea è la conclusione degli sforzi avviati un anno prima dai diversi organizzatori nazionali che selezionano i rispettivi rappresentanti. L'Italia può inviare fino a tre progetti per un totale di 6 ragazze e ragazzi.
3. Settimana internazionale scienza natura. Zurigo e Alpi svizzere, luglio
www.sjf.ch
L'appuntamento è a Zurigo dove si trascorre il fine settimana. Il lunedì si parte in treno per trascorrere cinque indimenticabili giornate in mezzo alla incontaminata natura delle Alpi svizzere a oltre 2000 metri di altezza. I giovani approfondiscono le loro ricerche; si confrontano con i colleghi di altri paesi; si cimentano con l'ambiente. E' una vita sana di rifugio montano (sacco a pelo) e di escursioni irripetibili.
4. Forum internazionale giovanile della scienza di Londra (London International Youth Science Forum). Londra, luglio-agosto
www.liysf.org.uk
Con un'esperienza consolidata di oltre cinquant' anni, il Forum raggruppa annualmente circa 250 ragazzi da più di sessanta paesi dei cinque continenti.
Più che un concorso vuole caratterizzarsi come punto di riferimento e aggregazione per gli studenti che desiderano conoscere i più recenti progressi della ricerca e della scienza. Infatti vengono organizzate visite a prestigiosi laboratori universitari, compresi Oxford, Cambridge, l'Imperial College e l'University College di Londra, ma pure ad infrastrutture di ricerca industriali, come anche al Museo della scienza e a quello di Storia naturale. Si tengono conferenze e dissertazioni da parte di scienziati; sono previsti seminari con dibattito sulle principali tematiche scientifiche d'interesse mondiale.
Ma anche i giovani possono presentare i loro lavori ed hanno la possibilità di discutere e socializzare, grazie a molti eventi d'aggregazione in programma.
Due settimane intense, durante le quali i fortunati partecipanti rivivono l'atmosfera di una comunità internazionale, insediata nel cuore di Londra. Si scambiano idee ed esperienze nei settori scientifici, accrescendo il proprio interesse per la ricerca e l'innovazione.
5. Premio internazionale Giovani e acqua di Stoccolma. (Stockholm Junior Water Prize) Stoccolma, agosto
www.siwi.org
Istituito dalla Fondazione per l'acqua di Stoccolma nel 1994 come complemento del più noto Premio mondiale sullo stesso tema, dopo due anni di gestione su scala svedese, questo evento acquista dimensione internazionale dal 1997. Intende valorizzare i giovani scienziati che elaborano progetti per migliorare gli utilizzi dell'acqua con particolare attenzione alla sua conservazione, protezione e gestione.
La giuria tende a privilegiare i contributi con un buon approccio alla ricerca, che si avvalgono di metodiche scientificamente condivise per l'esame, la sperimentazione, il monitoraggio, la sintesi dei risultati, anche con analisi statistiche. I partecipanti si confrontano con lavori concreti nel campo delle tecnologie, delle scienze naturali e sociali; generalmente i contributi impiegano sistemi e approcci innovativi per risolvere il grande problema dell'acqua.
Oltre alla possibilità di vincere il primo premio di $ 5.000 e altri riconoscimenti, nella settimana della manifestazione si visita Stoccolma, si partecipa al banchetto con il re di Svezia nella sala d'oro del Municipio della città, dove cenano i premi Nobel.
6. Fiera internazionale della scienza e dell’ingegneria. Stati Uniti, maggio
www.societyforscience.org
I numeri parlano da soli:
- più di 60 edizioni,
- 1.500 studenti delle scuole superiori attenti al meglio della tecnologia e della scienza provenienti da tutti gli Stati Uniti e da 40 paesi del mondo,
- 1.200 esperti della giuria, un panel di premi Nobel;
- un esercito di 400 volontari per garantire la migliore accoglienza, eventi sociali, opportunità di fare turismo scientifico di qualità presso università, imprese e centri di ricerca;
- 5.000 entusiasti visitatori per celebrare le recenti scoperte dei giovani leader di domani, l’impatto economico sulla città prescelta di oltre 10 milioni di dollari. Questi dati fanno di Isef - International Science and Engineering Fair, il più grande evento competitivo riservato agli studenti delle scuole superiori; permettendo ai giovani di conoscersi e di accrescere il loro interesse per l’innovazione sotto il motto “Vincere con la scienza”.
La rassegna è sponsorizzata dalla Fondazione Intel e si svolge ogni anno nel mese di maggio a rotazione nelle principali città degli Stati Uniti. L’Italia è presente a questo straordinario evento con degli studenti selezionati dalla Fast e vincitori del concorso “I giovani e le scienze”. Anche gli italiani possono concorrere per borse di studio, viaggi studio, premi in denaro, tra cui il gran premio di $ 50.000. Il monte premi totale è di oltre $ 3 milioni.
7. Visita ad uno stabilimento farmaceutico di Sanofi-Aventis
www.sanofi-aventis.com
L’Italia è il 5° paese del gruppo Sanofi-Aventis per giro d’affari dopo Usa, Francia, Germania e Giappone. In Italia, il Gruppo è la seconda azienda farmaceutica a livello nazionale, con più di 3400 collaboratori. A Milano, dove ha sede la società, è presente anche il nuovo centro di ricerca.
Nel nostro paese il Gruppo è anche una grande realtà industriale con 6 stabilimenti produttivi: Milano, Anagni (Frosinone), Brindisi, Garessio (Cuneo), Origgio (Varese), Scoppito (L’Aquila); questo lo rende la principale presenza industriale in campo farmaceutico in Italia. Negli stabilimenti si realizzano intermedi e principi attivi, si producono e si confezionano specialità farmaceutiche etiche e da banco.
Alcuni finalisti del concorso ‘I giovani e le scienze’ hanno l’opportunità di visitare il centro di ricerca e uno stabilimento di produzione e rendersi conto del complesso processo dall'ideazione alla commercializzazione di un farmaco.
8. Partecipazione all’evento annuale di Milset
www.milset.org
Milset è un’organizzazione non governativa, senza fine di lucro e politicamente indipendente che ha lo scopo di promuovere la cultura scientifica nei giovani tramite l’organizzazione di programmi tencico-scientifici, tra cui esposizioni e sperimentazioni di alta qualità.
Negli anni dispari si tengono i grandi appuntamenti mondiali; in quelli pari si svolgono le rassegne continentali. Tutti gli anni hanno luogo eventi organizzati in specifiche aree geografiche. Il comune denominatore è consentire ai giovani di stare insieme per il piacere della scienza e della tecnologia.
Fast sceglie di anno in anno le più rappresentative opportunità per i giovani scienziati italiani da inviare a questi appuntamenti ‘unici’ per la loro specificità.
9. Premio CusMi Bio: una settimana da ricercatore
www.cusmibio.unimi.it
Gli studenti che presentano lavori con un buon impiego di tecniche e metodiche di laboratorio, hanno la possibilità di vivere una settimana da ricercatore in uno degli istituti selezionati dal Centro Università-scuola per la diffusione delle bioscienze presso l'Università degli studi di Milano.
10. Attestati di merito di accademie ed associazioni scientifiche nazionali ed internazionali
I programmi di collaborazione internazionale e il prestigio ormai acquisito dal concorso I giovani e le scienze consentono di avvantaggiarsi di buone relazioni con importanti organizzazioni quali American Meteorological Society, ASM International Foundation, Association for Women Geoscientists, Herbert Hoover Presidential Library Association, Intel Excellence in Computer Science, International Society for Optical Engineering, MU Alpha Theta, Ricoh, Yale Science and Engineering Association...
E' facoltà della giuria italiana poter conferire questi "Awards" ai progetti che rispondono alle caratteristiche dei singoli bandi.
Altri riconoscimenti vengono assegnati da organizzazioni federate alla Fast.
11. Il premio per gli insegnanti
La Fast apprezza moltissimo il grande contributo che gli insegnanti danno al concorso con il loro lavoro di informazione, sensibilizzazione, supporto agli studenti che preparano e inviano i progetti.
La Federazione vuole dimostrare concretamente la propria riconoscenza con un premio riservato proprio ai docenti: un viaggio per partecipare ad una settimana scientifica, estratto a sorte tra i professori segnalati dai ragazzi e tra quanti partecipano alla cerimonia finale del martedì prestabilito di aprile a Milano.
Criteri per la valutazione dei progetti
Originalità dell'idea e/o del tema trattato; creatività scientifica; rilevanza scientifica e possibili applicazioni del progetto; appropriato uso di metodi scientifici e sistematicità nell'approccio al problema; completezza nella trattazione dello studio; chiarezza nell'interpretazione dei risultati; qualità della relazione scritta e della presentazione visiva (stand); conoscenze di base legate al progetto; capacità di discutere il progetto con i membri della giuria.
Come preparare un progetto
Scegli il tuo argomento
Per farti una idea di ciò che vuoi studiare, sii curioso e osserva attentamente. Le idee possono nascere da hobbies, dalla tua vita quotidiana, da ciò che ti circonda. Quando scegli il progetto, poni particolare attenzione a come esso può migliorare il mondo e i suoi abitanti. Ricorda infatti che la ricerca è il processo attraverso cui gli scienziati producono nuove conoscenze, rispondono a domande o risolvono problemi relativi all'uomo e al sistema che lo circonda.
Limitati e concentrati su una o due domande
Le domande sono probabilmente la parte più importante della creatività scientifica e spesso sono seguite da asserzioni "se... quindi". Le domande conducono ad esperimenti o ad osservazioni.
Analizza lo stato dell’arte
Vai in biblioteca, utilizza internet, parla con esperti, richiedi informazioni via e-mail per apprendere tutto ciò che si conosce sul tuo problema. Raggruppa tutte le informazioni. Osserva eventi correlati. Cerca risultati inaspettati o non spiegati.
Organizza i dati raccolti
A questo punto puoi focalizzarti su una particolare idea da sviluppare e formulare un’ipotesi.
Prepara un piano di fattibilità
Definisci le fasi del tuo progetto e per ognuna di esse individua gli obiettivi specifici, i risultati attesi, le procedure che adotterai, i tempi, le risorse, i collaboratori.
Pianifica i tuoi esperimenti
Scrivi un piano di lavoro per spiegare come vuoi condurre i tuoi esperimenti e con che mezzi; identifica cioè materiali e metodi che utilizzerai nella tua ricerca.
Consulta gli esperti
Coinvolgi nella realizzazione del tuo progetto esperti del settore e docenti; discuti con loro il piano di lavoro.
Conduci i tuoi esperimenti
Raccogli il maggior numero possibile di dati, solo in questo modo potrai verificare la validità della tua ipotesi. Prendi note dettagliate di ciascun esperimento, dato, misura e osservazione. Non basarti sulla memoria! Ricordati di cambiare solo una variabile per volta e assicurati di avere un controllo di riferimento in cui nessuna delle variabili cambi. I gruppi sperimentali e di controllo per essere statisticamente validi devono comprendere almeno cinque-sei soggetti; assicurati quindi che i tuoi gruppi siano sufficientemente grandi.
Esamina i tuoi risultati
Organizza e analizza statisticamente i tuoi dati, utilizzando i test statistici appositi. Ecco alcune domande che ti possono essere utili in questa fase: hai ottenuto i risultati attesi? Se sì, perchè? Se no, perchè? Il tuo esperimento è stato condotto con le stesse modalità ogni volta? Ci sono altre spiegazioni che non hai preso in considerazione o fatti che non hai osservato? Quali errori puoi aver commesso nell’osservare e nel raccogliere i dati? Come possono essere corretti?
Raccogli le conclusioni
Ancora alcune domande che ti possono essere utili: quali variabili sono importanti? Hai raccolto sufficienti dati? Hai bisogno di fare ulteriori esperimenti? Non alterare mai i risultati per farli adattare alla tua ipotesi. Ricordati che un esperimento è fatto per provare o falsificare un’ipotesi.
Progetti ingegneristici
Mentre gli scienziati cercano di capire come funziona il mondo, gli ingegneri creano strutture nuove. Se hai scelto un progetto ingegneristico, ricordati che esso si propone la realizzazione di apparecchi, si basa su un processo di sviluppo e valuta i miglioramenti ottenuti. Pertanto oltre alle indicazioni generali, definisci il bisogno che intendi soddisfare, prepara i disegni preliminari, costruisci e testa un prototipo. Cerca di migliorare il prototipo, ridisegnandolo correggendone gli errori.
Elementi di successo di un progetto
Progetto
Il progetto non deve superare le 10 pagine formato A4, redatto con carattere Times New Roman 12, più eventuali grafici e illustrazioni per ulteriori 10 pagine.
Un buon progetto scritto si compone delle seguenti parti:
a) titolo del progetto, nome dell’autore/i, indirizzo, scuola o istituzione dove è stata condotta la ricerca, docente di riferimento
b) indice dei contenuti: indica il numero di pagina per l’inizio di ciascuna sezione
c) introduzione: l’introduzione spiega come è nato il tuo progetto, le tue ipotesi, un'illustrazione di ciò che intendi raggiungere con la tua ricerca
d) esperimenti: esponi la metodologia usata per ottenere i dati o le tue osservazioni. Questa descrizione deve essere chiara e dettagliata. Accludi fotografie, disegni, grafici tabelle, ecc.
e) discussione: è la parte essenziale della tua ricerca. Elenca i risultati e le conclusioni che devono derivare logicamente dai dati sperimentali. Sii chiaro e completo così da permettere ai giudici di capire esattamente il tuo percorso di ricerca. Paragona i risultati con i valori teorici, con i dati pubblicati, con i risultati attesi e con i convincimenti comuni. Includi una discussione sui possibili errori. Ecco alcune domande su questo punto: come sono variati i dati tra esperimenti ripetuti? Come i tuoi risultati sono stati influenzati da eventi incontrollabili? Cosa faresti di diverso se dovessi ripetere questi esperimenti? Quali altri esperimenti dovrebbero essere attuati?
f) conclusioni: riassumi brevemente i tuoi risultati. Sii specifico, non generico. Indica le possibili applicazioni e gli sviluppi del tuo progetto
g) ringraziamenti: ringrazia chi ti ha assistito, persone, enti, istituzioni di ricerca
h) bibliografia: essa può comprendere libri, articoli scientifici, articoli di stampa ecc.
Sintesi in inglese
Il riassunto del tuo lavoro redatto in inglese non deve essere più lungo di un foglio A4 e deve comprendere:
a) titolo del progetto, nome dell’autore/i, docente di riferimento, indirizzo, scuola o istituzione dove è stata condotto
b) sintetico background del progetto (ciò che già si conosce sul problema)
c) obiettivi chiari del tuo studio e formulazione delle tue ipotesi
d) breve descrizione delle procedure usate e motivazione della loro scelta
e) elenco dei principali risultati del tuo studio, illustrati con una/due figure, diagrammi, tabelle o illustrazioni
f) le conclusioni del tuo lavoro.
Buon lavoro e buona fortuna!
http://www.fast.mi.it/giovaniescienze.htm
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